Che cos'è
la Filiera Psichiatrica

Tratto da “La Filiera Psichiatrica in Italia. Da Basaglia a Bibbiano e fino al tempo del Coronavirus.” di Vincenza Palmieri.

 

[…] Proprio a partire da questo punto di vista è facile comprendere perché è sulla famiglia che si intervenga quando si vuole disgregare il sistema sociale. Guardando alla storia dell’Umanità, sempre l’intervento sulle famiglie è stato quello che ha capovolto i sistemi politici ed economici. Vi ricordo Erode. O quando i bambini venivano buttati giù dalla rupe più alta. I bambini fermati alle frontiere col Messico. O i Minori non accompagnati di oggi, fino agli allontanati e ai diagnosticati. – Quando tocchiamo un singolo soprattutto un bambino – stiamo toccando tutta la famiglia. E quando tocchiamo una famiglia, noi provochiamo cambiamenti sociali ed economici.

Questa è la ragione per cui accade tutto questo. È un sistema politico. Non è il singolo psichiatra, non il singolo operatore sociale che non ha capito: è un sistema.

I campi di sterminio – che tanto ci fanno, giustamente, inorridire non sono stati un punto di partenza, non sono iniziati dal nulla: Il milioni di vittime non avrebbero trovato fisicamente spazio nei campi, se chi li aveva preceduti non fosse stato fatto passare per le camere a gas e i forni crematori. Si è prima creata una cultura, fondata sulla supremazia razziale e sul disprezzo del diverso; quindi si è creato il terreno di aderenza ad un sistema che è stato fatto poi “scivolare” all’interno della società. Ecco perché, quando si è arrivati ai campi, “non se ne accorto nessuno”. C’è voluto un esercito per chiuderli. Perché era una realtà che veniva negata: anche di fronte all’evidenza, anche davanti ai treni carichi di cadaveri e all’odore dei forni accesi.

Allo stesso modo, oggi viene negato, da pochi scellerati che torneranno negli inferi da cui sono arrivati, l’abuso che si commette sulle famiglie. La “deportazione” di mezzo milione di bambini, sottratti alle famiglie ed affidati ai Servizi sociali, è un risultato che si è raggiunto attraverso anni di preparazione; le citate linee guida, la presenza capillare di “guru” che hanno disseminato, tramite la formazione degli operatori preposti, la convinzione che gli allontanamenti siano sinonimo di tutela dei minori, hanno creato un clima in cui chiunque osi andar contro questo sistema viene tacciato di voler portare indietro nel tempo il welfare nazionale.

Il punto, invece, non è negare la necessità di strumenti di tutela né invalidare i risultati raggiunti negli anni dallo Stato sociale italiano: è evidenziare la necessità di strumenti altri, nonché l’urgenza di applicare un semplice principio: aiutare le famiglie “a casa loro”.

 […]

La filiera psichiatrica nel nostro Paese e non solo, è l’unica ragione di innumerevoli riforme inefficaci o dannose, connivenze politiche, malaffare. In forza della mia esperienza posso affermare che l’intero sistema si regge, in un modo o nell’altro, su di un abuso diagnostico: per questo è molto vero che ogni volta che liberiamo un bambino da una diagnosi di ADHD, o che portiamo un adolescente fuori da una casa famiglia ad alto contenimento, sferriamo un colpo fortissimo al meccanismo di cui esso si alimenta.

Individuare gli ingranaggi del meccanismo, fare l’anatomia di questo sistema e di questo nuovo vestito che la psichiatria di volta in volta indossa, per rendersi gradevole, “adorabile” – perfino empatica! – quando propina farmaci o macchinette varie’ è allora indispensabile perché questo ci consente di combatterlo con efficacia e fermezza.

Per farlo non è necessario essere accademici, esperti o può farlo ciascuno di noi, contribuendo ad “inceppare la macchina” laddove la incontra lungo la propria strada: la mamma che comprende come la legge sui “DSA”, spacciata come aiuto per suo figlio, in realtà lo avvii ad una carriera di insuccessi; l’operatore sanitario che realizza come far parte di tale sistema lo porterebbe alla disistima di sé e del proprio ruolo, tutti possono contribuire a riconoscere e smantellare questo sistema.

Questa raccolta, dunque, non vuole rivolgersi solo agli “addetti ai lavori”. Vuole essere, al contrario, uno strumento e una chiave di lettura per tutti coloro che pensano che gli uomini siano buoni; e che i poteri, per quanto forti, possano essere conosciuti e sconfitti.

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